SANTUARIO MADONNA di GALASO

L‘attuale santuario si presume sia stato costruito alla fine del XVI secolo, forse dopo la distruzione oritana da parte dei saraceni (1481). La leggenda narra che verso la fine del 1400 una famiglia proveniente dal salento e diretta a Francavilla Fontana, si fermò a Torre presso “lù lacquaru” per far dissetare una parente gravemente ammalata. In quella zona alla donna apparve la Madonna che alla promessa di guarigione rese nota l’esistenza di un suo dipinto sotto le acque del serbatoio e volle che nel luogo fosse edificato un tempio. Fatta quindi  svuotare la cisterna, sul muro del pozzo fu scoperto un affresco di stile bizantino con un’icona della Madonna con Bambino. A questo punto fu eretto il tempio sopraelevando le pareti perimetrali della cisterna. Alcuni studiosi tra cui P. Giovabbi M. Barrella S. J. ritengono che la chiesa possa essere stata costruita sulle rovine di una cripta basiliana, nella quale col tempo si sarebbe concentrata una grossa massa d’acqua piovana. Ne farebbero fede la presenza di muri recanti tracce di immagini sacre e il ritrovamento di monete e croci bizantine. La chiesa, nei secoli successivi fu soggetta a numerosi lavori di ammodernamento e completamento. Il 25 settembre 1830, giorno di sabato successe il miracolo di Maria di Bello. Con questo miracolo, la Madonna volle richiamare il popolo torrese a riprendere la pratica del culto esercitata per tanti secoli. Ritornando alla lamina tufacea trovata nel XV sec. con l’icona della Madonna si dice che “…mentre si segava il ferro cadde dalle mani del tagliapietre colpendo l’effige di Maria sulla guancia sinistra. Molti si adoperarono per coprire lo sfregio, ma tutti i tentativi furono inutili perchè ogni pittura, vernice o medela (rimedio) non appena veniva posta sul segno prodotto dalla caduta del ferro tosto, miracolosamente cadeva e spariva. Nel 600 molte pitture ad affresco furono imbiacate. Nella chiesa già nel XVIII sec. si potevano ammirare l’altare maggiore realizzato da Carluccio Da Muro nel 1727, su suddetto altare vi è una scritta:

HANC EX CANDENTI LAPIDE ARAM DEIPARAE VIRGINI IN PUTEO ANTIQUITUS INVENTAE ATQUE HIC AB INSECTO MURO TRANSLATAE DICATUM CAPITULUM, AD QUOD HAEC ECCLESIIA PERTINET EX PIENTISSIMORUM ELEMOSYNIS ALIGENDA CURAVIT. ANNO VIRGINEO PUERPERIO MCCXXVII.

Di notevole importanza è l’altare del presepe che si suppone sia stato realizzato da Gabriele Riccardi anche se i nuovi studi sull’opera respingono tale notizia. Secondo Clara Gelao il rilievo si rifà all’iconografia di una placchetta veneta di bronzo, ad un prototico aulico non identificato, ma evidentemente diffuso all’epoca della realizzazione del presepe attraverso stampe e incisioni. Nel 1879 il R.ndo Masi fece rifare la doratura dell’altare, il pavimento con mattoni verniciati e semplificò gli altari in cinque, l’altare maggiore, della Madonna del miracolo, San rocco, Santa Caterina, della Nascita. Nel 1895 il R.do Masi incaricò Campasena, ingegnere di Lecce, di progettare l’ampliamento della chiesa; ottenuto dal comune lo spazio davanti alla facciata fece iniziare da Salvatore Pezzarossa e sotto la direzione di Pietro Saponaro la costruzione dell’ attuale piano sopraelevato. La chiesa nel 1949 è divenuto Santuario Mariano della Diocesi di Oria.


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